Da adolescente ho acquistato un libro, che ancora conservo, del musicista Brian Eno dal titolo “Strategie Oblique”. Una delle considerazioni che ricordo distintamente riguardo gli schemi da lui utilizzati per comporre musica è “la ripetizione è una forma di cambiamento”. Per chi ama la musica elettronica l’affermazione non dovrebbe più di tanto sorprendere.
Ho provato ad applicare questo pattern alla mia esperienza di frequentatore dei mondi “ceramici”. Il processo creativo sembrerebbe iniziare a fare la sua comparsa quando hai ripetuto una cosa 10, 100, 1.000 volte. Il cervello evidentemente (qui mi faccio aiutare da alcune letture) funziona così: più ripeti un gesto, più quel gesto diventa familiare e arrivi a possederlo, minore è l’energia che il cervello impiega per compierlo via via ogni volta e maggiore è il livello di creatività che a quel punto puoi esprimere. Quindi, ricapitoliamo. Più una cosa è ripetitiva, più diventa la base per aprire possibilità creative. Interessante? Più replichiamo, più siamo ortodossi nella ripetizione costante e maggiore potrebbe rivelarsi lo scostamento da quella stessa ortodossia.
O no?